La Musica
Pilantra è un nome misterioso e solitario, che appare in calce ad alcune canzoni musicate da Ennio Morricone ed apparse in qualche commedia di inizio anni ’60: La voglia matta, La cuccagna, Le diciottenni, I motorizzati. Una piccola postilla, quasi una nota a piè di pagina, sconosciuta ai più: Pilantra firma, come paroliere, anche un piccolo hit di Gianni Morandi, Go-kart Twist, trascinante colonna sonora de Le diciottenni. Per poi tornare, saltuariamente, a firmare poche sparse canzoni in qualche altro film: Come imparai ad amare le donne (Pioggia su di noi), Io e lui (Jella je), La presidentessa.
Paroliere stravagante, dunque, che firma pochi testi e tutti di canzoni per film. Paroliere di nessuna importanza, forse, dato che nessuno sembra essersi mai posto domande sull’identità di Pilantra: sulle sue origini, sul suo lavoro, sulla sua carriera. Pilantra ha lavorato quasi sempre con Ennio Morricone, talvolta con Bruno Nicolai; per cantanti come Gianni Morandi, Luigi Tenco ed Edoardo Vianello. Pilantra ha lavorato anche per registi come Camillo Mastrocinque e Luciano Salce. Ma nessuno si è mai chiesto perché questo misterioso paroliere dal patronimico così sintetico ha lavorato così tanto per il cinema e quasi per nulla nei normali circuiti musicali. Neppure il più filologo tra gli storici della canzone leggera italiana sembra essersi accorto dell’attività di Pilantra, sepolto nel mistero del suo stesso nome.
Pilantra, lo si è scoperto solo da poco tempo, è il nom-de plume musicale di Luciano Salce.
Uno pseudonimo che è anche uno scherzo, uno splendido gioco autoironico: Pilantra, ovverossia, in lingua portoghese, “mascalzone”.